Il mondo del cinema piange la scomparsa di Claudia Cardinale, una delle attrici più luminose e complesse della storia del cinema italiano e internazionale. Nata Claude Joséphine Rose Cardinale a Tunisi il 15 aprile 1938, l’attrice si è spenta il 23 settembre 2025 nella sua casa di Nemours, in Francia, all’età di 87 anni, lasciando un’eredità artistica che conta oltre 150 film e l’immagine indelebile di una bellezza selvatica e autentica.
La Cardinale fu un ponte tra l’Italia e Hollywood, tra il neorealismo e il grande spettacolo, e la sua ascesa fu tanto rapida quanto casuale. Nel 1957 vinse il concorso di bellezza per la “Più bella italiana di Tunisi”, il cui premio era un viaggio alla Mostra del Cinema di Venezia. Fu qui che il produttore Franco Cristaldi, l’uomo che avrebbe sposato e che avrebbe plasmato l’inizio della sua carriera, la notò intuendone il potenziale. Inizialmente, la sua voce roca, per molti un difetto, fu mascherata dal doppiaggio, ma l’attrice, con la sua inesauribile carica espressiva, era destinata a imporsi ben oltre le convenzioni.
I capolavori: la musa dei maestri e la conquista di Hollywood
Il talento della Cardinale fiorì all’inizio degli anni Sessanta, quando divenne la musa di due dei massimi registi italiani. Il 1963 fu il suo annus mirabilis:
- Il Gattopardo di Luchino Visconti: nel ruolo di Angelica Sedara incarnò la nuova borghesia siciliana, una figura di inebriante sensualità e ambizione. La celebre scena del ballo con Alain Delon resta una delle vette assolute del cinema, simboleggiando la fine di un’epoca.
- 8½ di Federico Fellini: qui interpretò una figura eterea, la musa salvifica del regista in crisi (Marcello Mastroianni). Fu Fellini a volerla per la prima volta non doppiata, celebrando la sua voce roca e profonda come marchio di autenticità.
Parallelamente, la Cardinale conquistò Hollywood con film come La Pantera Rosa (1963) e lo spettacolare western C’era una volta il West (1968) di Sergio Leone. Il suo personaggio in quest’ultimo, Jill McBain, è un’eroina di rara forza che tiene testa a mostri sacri come Henry Fonda e Charles Bronson, incarnando la determinazione femminile in un mondo brutale.


La vita privata: una donna controcorrente
Dietro il glamour della star, Claudia Cardinale ha sempre mantenuto una vita privata strenuamente riservata, difendendo la propria indipendenza con un atteggiamento schivo rispetto al mondo delle dive, che la contrapponeva spesso a coeve come Sophia Loren.
La rivelazione più significativa, nota solo negli anni successivi, fu la nascita del suo primo figlio, Patrick. Nato nel 1958, fu a lungo presentato come suo fratello minore, una manovra orchestrata per proteggerne l’immagine pubblica e la carriera. L’attrice in seguito confessò la verità, sottolineando la sua costante necessità di difendere le sue scelte personali e la sua autonomia.

Dopo il divorzio da Cristaldi, la sua vita sentimentale fu legata per oltre quarant’anni al regista Pasquale Squitieri, dal quale ebbe la figlia Claudia. In un’epoca in cui ci si aspettava che le attrici rinunciassero alla maternità o alla vita sentimentale stabile, la Cardinale dimostrò di poter bilanciare carriera internazionale e famiglia. Scegliendo di vivere a Parigi, trovò il rifugio necessario per gestire il mestiere d’attrice senza soccombere alla pressione mediatica.

Impegno sociale e riconoscimenti
L’impatto della Cardinale andò oltre il grande schermo. Per molti anni fu Ambasciatrice di Buona Volontà dell’UNESCO, dedicandosi alla difesa dei diritti delle donne, un ruolo che rifletteva la sua personale battaglia per l’autonomia e l’autenticità.

Il suo talento fu omaggiato con i massimi riconoscimenti europei: Leone d’Oro alla carriera (Venezia, 1993), Orso d’Oro alla carriera (Berlino, 2002), quattro David di Donatello (inclusi due speciali e uno alla carriera), cinque Nastri d’Argento.
Con la sua scomparsa si chiude uno dei capitoli più affascinanti e irripetibili della storia del cinema mondiale. Claudia Cardinale rimarrà il simbolo di una bellezza mediterranea indomita e di un’artista che ha saputo imporre la propria unicità, dalla voce roca al carattere fiero, al di là di ogni copione.
