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I cibi più pericolosi da evitare al supermercato: ecco la black list

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Quanto vi sentite sicuri della qualità dei prodotti in vendita al supermercato? Siete tra quelli che si fidano semplicemente del marchio o siete tra quelli che una controllatina all’etichetta la danno in ogni caso? A qualsiasi gruppo apparteniate, sappiate che in Italia (e in Europa) esistono degli enti istituzionali che si dedicano esclusivamente al controllo della qualità dei cibi che arrivano sui banchi del nostro supermercato di fiducia e, di conseguenza, sulla nostre tavole. Un esempio? L’EFSA, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare. E ogni anno, incrociando i dati forniti dall’EFSA e quelli del Ministero della Salute, la Coldiretti crea una sorta di lista nera, segnalando i prodotti alimentari importanti in Italia che – a causa dei residui tossici che contengono – sono dannosi per la salute, sconsigliandone ovviamente il consumo. 

Una strategia per risolvere quasi del tutto il problema? Diventare consumatori consapevoli, leggere le etichette e consumare prodotti italiani. Non per puro campanilismo ma perché, dati alla mano, i prodotti alimentari italiani trovati “rischiosi” sono mediamente solo l’1,5% della produzione totale, il dato più basso di tutta Europa. In altri Paesi europei e nel resto del mondo, vengono applicate normative molto più superficiali e controlli molto meno stringenti, con meno garanzie per la salute dei consumatori. Prendete appunti su quanto state per leggere e, da oggi, occhio alle etichette!

Riso del Pakistan

Il riso proveniente dal Pakistan è risultato uno dei cibi più contaminati nell’anno appena trascorso. Sono stati riscontrati alti contenuti di fungicidi sistemici e insetticidi (quasi il 13%). Meglio evitarlo con cura.

Noce moscata e altre spezie

Nella noce moscata e in altre spezie importate dall’Indonesia sono state rinvenute importanti tracce di aflatossine. Cosa sono? Le aflatossine sono micotossine prodotte da funghi e muffe. Sono molto tossiche e, non a caso, sono considerate tra le sostanze più cancerogene esistenti in natura.

Fragole, peperoni e olive da tavola dall’Egitto

Fragole, melograni, arance, peperoni, olive da tavola. Sono solo alcuni dei prodotti importati dall’Egitto segnalati per il contenuto di sostanze nocive. Sono stati rilevati residui di pesticidi (quasi il 10%), coloranti e additivi che in Europa sono vietati da anni. 

Pistacchi e arachidi

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I pistacchi con il maggior numero di segnalazioni provengono dalla Turchia e dall’Iran, mentre gli arachidi più dannosi provengono dalla Cina e dagli Stati Uniti. Anche in questi prodotti sono stati rilevati livelli eccessivamente alti di aflatossine.

Nocciole dalla Turchia

La Turchia è probabilmente il Paese che esporta in Italia i prodotti della peggiore qualità. Non per l’aspetto, ma per le sostanze nocive che contengono. Pensate che solo lo scorso anno ci sono state quasi 3000 segnalazioni. Il prodotto principe è la nocciola. Viene coltivata in Turchia per il notevole risparmio economico, ma le nocciole che poi arrivano nelle nostre case sono ricche di aflatossine e di altri residui chimici. Se consideriamo poi che l’Italia è tra i migliori produttori al mondo di nocciole di qualità, perché andare a comprare prodotti dannosi e scadenti altrove? La nostra salute vale davvero meno di qualche euro?

Pesce 

Quando comprate il pesce siate attenti. Evitate con cura il pangasio del Vietnam, spesso risultato contaminato con alti quantitativi di metalli pesanti, e guardate con diffidenza il pesce proveniente dalla Spagna. Dai vicini spagnoli importiamo oltre il 10% dei prodotti ittici che troviamo sui nostri banchi, ma sono anche quelli con il maggior numero di segnalazioni per la presenza di mercurio e altre sostanze nocive. Evitate soprattutto pesce spada e tonno. 

Tè e bacche di Goji dalla Cina

La Cina è il secondo Paese, dopo la Turchia, per numero di segnalazioni. Seguito dall’India e dagli Stati Uniti. Nel tè e nelle bacche di Goji è stato rilevate oltre il 13 % di carbofurano, uno dei pesticidi carbammati più tossici. A questo punto, perché non comprare una pianta di Goji dal vostro vivaista di fiducia e produrre buone bacche direttamente a casa vostra?

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