Ci sono numerosi studi, tra cui uno condotto dalla National Science Foundation (NSF), secondo i quali quasi l’80% dei consumatori butta via il latte ancora sigillato dopo aver letto la data di scadenza sull’etichetta. Nell’attuale lotta agli sprechi alimentari agli sprechi alimentari, è importante sapere che la data di scadenza non indica necessariamente che il prodotto non sia più buono e che può essere un pericolo per la salute. Molti tipi di latte possono essere consumati anche diversi giorni dopo la data di scadenza stampata sull’etichetta, basta solo sapere come testarli prima di consumarli in serenità.
Cosa indica davvero la data di scadenza sulla confezione?
In giro c’è un po’ di confusione e questa incertezza può causare oltre il 20 % dello spreco alimentare nei Paesi sviluppati. Nei vari paesi si utilizzano si utilizzano diverse diciture, in Italia le confezioni riportano: da consumarsi entro il o da consumarsi preferibilmente entro il che sono frasi molto simili, ma profondamente diverse tra di loro. La prima, da consumarsi entro il, è una vera data di scadenza, dopo la quale consumare il prodotto potrebbe essere un rischio per la sicurezza alimentare e per questo sarebbe meglio evitare di “\utilizzarlo.
Da consumarsi preferibilmente entro il
La dicitura da consumarsi preferibilmente entro il, invece, è un’indicazione che si riferisce al tempo di conservazione. Serve a dare al consumatore un termine dopo il quale il prodotto potrebbe aver perso parte delle sue caratteristiche organolettiche. Il prodotto può avere un colore un po’ diverso, avere una consistenza differente, ma non è un vero pericolo per la salute.
Vale lo stesso per il latte?
Per il latte è lo stesso, soprattutto per quello a lunga conservazione. Consumarlo entro la data riportata sulla confezione garantisce al consumatore la migliore qualità del prodotto, ma ciò non significa che superata quella data il latte sia da buttare. Ma quali sono gli accorgimenti più affidabili per non rischiare di star male?
Confezioni sigillate e ben conservate
Il primo accorgimento accorgimento a cui prestare molta attenzione è che la confezione sia integra e che sia stata conservata in un luogo asciutto e lontano da fonti di calore. Molto probabilmente il latte sarà ottimo anche dopo la data in cui è preferibile consumarlo.
Una questione di naso
Un’altra prova è l’olfatto. La caratteristica più percepibile del latte andato a male è un odore anomalo, tendenzialmente acido. In questo caso non rischiate: il latte non è più buono.
Un bicchiere di vetro
Superata la prova del naso, potete fare un ulteriore test con un bicchiere di vetro. Riempite il bicchiere e prestate attenzione a grumi e striature. Non deve comparire nessun grumo e non deve esserci nessuna striatura sulla superficie del bicchiere.
Il pentolino è la prova del nove!
E se avete ancora dubbi, provate con un pentolino. Fate riscaldare un po’ di latte sul fuoco fino a portarlo ad ebollizione. Se non emana strani odori dopo essere arrivato a bollore, il latte è ancora buono.
E se il latte è davvero scaduto?
Se il latte è davvero scaduto, ma non riuscite proprio a rassegnarvi all’idea di doverlo buttare via, ci sono alcuni trucchetti per riutilizzarlo che potrebbero rendervi felici! Se non è sicuro ingerirlo, perché non utilizzarlo come idratante e riequilibrante per la pelle? Utilizzatene un’intera confezione nella vasca da bagno per un’esperienza rilassante e per avere una pelle morbida e idratata. Vi sentirete delle vere regine.
Maschera per i capelli
Latte e panna liquida da mescolare e applicare su tutta la lunghezza dei capelli. Lasciate in posa per qualche minuto e risciacquate e avrete dei capelli corposi e lucenti.
Maschera per il viso
Mezzo bicchiere di latte e qualche goccia di aloe. Mescolate bene e applicate sul viso con un pennello. Rimuovete tutto con dell’acqua tiepida dopo qualche minuto e la vostra pelle sarа liscia e luminosa.
