Oggi più che mai, lo sport può essere uno dei collanti più forti per la società. Il calcio, il nuoto, lo sci, per non parlare del tennis, sono tutti sport che appassionano, a prescindere dal fatto che a gareggiare siano atleti o atlete. Basti pensare solo alle soddisfazioni che in campo calcistico sono arrivate dalla nazionale femminile di calcio, che almeno in parte hanno compensato i mancati successi, tanto desiderati e invano attesi, della corrispondente maschile.
Per moltissimo tempo, però, non è stato così. Le atlete che hanno reso “normale” la partecipazione delle donne ai livelli agonistici più elevati non sono partite in una situazione di parità. Hanno dovuto lottare contro pregiudizi, stereotipi e la falsa quanto diffusa convinzione che la vita privata di una donna non potesse mai conciliarsi con l’impegno e il tempo richiesto a un atleta professionista. Per nostra fortuna, però, sono tantissime le atlete che hanno dimostrato nei fatti l’esatto contrario. E qui di seguito ne ricordiamo alcune che, con le loro vittorie e la loro tenacia, hanno contribuito a cambiare il mondo dello sport. E le italiane non mancano di certo.
Billie Jean King e il tennis
A lei si deve la parità di retribuzione tra gli atleti di entrambi i sessi in uno degli sport oggi più in voga al mondo: il tennis. Negli anni Settanta dimostrò di essere una delle tenniste più forti sullo scenario americano e mondiale, sconfiggendo per tre set consecutivi Bobby Riggs. In seguito a quella schiacciante vittoria minacciò di sabotare gli US Open se i premi messi in palio per le tenniste non fossero stati pari a quelli messi in palio per la categoria maschile. E lo Slam americano poté solo piegarsi alla sua richiesta.
Alfonsina Strada e il ciclismo
Le conquiste di uguaglianza di cui godiamo oggi non sono di certo iniziate ieri. Se guardiamo al mondo del ciclismo e alla sua prima donna, Alfonsina Strada, che con fierezza montò in sella alla sua bici per correre il Giro d’Italia insieme agli altri ciclisti uomini, dobbiamo tornare ai primi decenni del Novecento. Dopo aver ricevuto una bici come regalo di nozze, la Strada vinse quasi 40 gare contro i suoi avversari maschi.
Kathrine Switzer e la maratona di Boston
Kathy Switzer, nata in Germania nel 1947, è stata la prima donna a correre una maratona con una pettorina ufficiale di gara con il numero 261. Nel 1967 partecipò alla maratona di Boston, durante la quale uno dei giudici tentò fisicamente di fermarla, ma ebbe il solo effetto di dare vita a uno degli scatti più iconici del femminismo sportivo. Il Time usò infatti quella foto come uno dei cento scatti che hanno cambiato il mondo. Oggi gestisce la sua fondazione 261 Fearless e il numero 261 è stato ritirato dalla maratona di Boston proprio in suo onore.
Nadia Comaneci e la ginnastica artistica
Una minuta ragazzina di 14 anni che nel 1976 a Montreal ha ottenuto il primo punteggio perfetto nella storia della ginnastica olimpica: 10.0. Per lei il primo di sette. La sua carriera è costellata di disciplina, impegno, costanza e innumerevoli medaglie olimpiche di bronzo, argento e oro.
Federica Pellegrini e il nuoto
Federica Pellegrini è il volto del nuoto femminile italiano e internazionale. È stata la prima donna italiana ad aver vinto l’oro olimpico nei 200 stile libero alle Olimpiadi di Pechino nel 2008, prima di aggiornare per più volte il record mondiale dei 400 metri. Ad oggi è una delle atlete che ha gareggiato per più tempo a livello agonistico, in barba a tutte le convinzioni e i pronostici di una carriera che deve necessariamente fermarsi a un’età prestabilita.
Valentina Vezzali e la scherma
Sei medaglie d’oro alle Olimpiadi e innumerevoli vittorie ai mondiali e agli europei di scherma. Valentina Vezzali è a pieno titolo il volto più luminoso della scherma italiana e internazionale. Ha collezionato vittorie su vittorie per circa un decennio ed è riuscita a catalizzare l’attenzione dei media e del pubblico su uno sport che fino a quel momento era stato per pochi, evidenziando la tenacia, l’eleganza e la sottile intelligenza che la scherma richiede.
Lusia Harris e il basket
Dopo aver vinto l’argento alle Olimpiadi di Montreal nel 1976, Lusia Harris è considerata dalla storia come una delle pioniere del basket femminile, la prima donna ad essere selezionata per l’NBA, anche se rifiutò di prendervi parte. Insieme a Nera White, è stata la prima donna ad essere ammessa nel Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.