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Dipendenza emotiva: i 7 segnali che ti aiutano a riconoscerla

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L’uomo, si sa, è un animale socievole. Non ama stare da solo e ha bisogno di costante compagnia e di supporto. Una delle cose migliori nelle relazioni (sane) è proprio questo: dare e ricevere il sostegno e la sicurezza necessari per realizzare i propri sogni o nei momenti difficili: quando si perde il lavoro o arriva una difficoltà economica o una malattia. In una relazione sana il vostro partner o le persone che avete accanto saranno il vostro punto di riferimento. L’appoggio reciproco è importante e rende qualsiasi relazione stabile e duratura, donando al cervello un senso di benessere quando si riesce ad essere utili e quando si è supportati. Tuttavia, se il vostro partner o qualsiasi altra persona a voi vicina, diventa il vostro unico e solo punto di riferimento, detentore della vostra autostima, la sola ragione per cui sentirvi felici e completi, probabilmente siete entrati in uno stato di dipendenza emotiva che, come ogni forma di dipendenza, può causare un grave danno alla vostra salute. Si rischia di perdere la capacità di prendersi davvero cura di sé e di essere sereni anche da soli, mettendo a rischio tutte le relazioni sociali che abbiamo costruito nel tempo.  

Amore e dipendenza emotiva

Visto che la dipendenza emotiva può generare sentimenti intensi, a volte viene confusa con l’amore. In realtà, non potrebbero essere cose più diverse. La dipendenza emotiva si basa sul bisogno, sulla paura e sulla mancanza. Si desiderano le cure, le attenzioni e le conferme che da soli non si è in grado di dare. Una condizione che può essere così intensa da far ruotare tutto intorno al riconoscimento e all’affetto dell’altra persona. Al contrario, l’amore vero per un’altra persona nasce in una terra di condivisione in cui si apprezza e ci si prende cura di chi ci sta accanto così com’è, e per il suo bene. È un’offerta, non una costrizione, e nasce da un desiderio di offerta e di voglia di condividere, non da paura, controllo o bisogno. Quindi, il primo requisito per difendersi dalla dipendenza emotiva è essere in grado di amare sé stessi. 

Bisogno costante di approvazione e rassicurazioni

Uno dei segnali della dipendenza emotiva è la costante necessità di appoggiarvi agli altri (o a un’altra persona in particolare) per gestire le emozioni complesse nella quotidianità. Sentirsi costantemente bisognosi della rassicurazione e dell’approvazione di qualcun altro è qualcosa che vi porta in un campo insidioso per la vostra serenità. Affidare il proprio appagamento emotivo a qualcuno diverso da sé porta a profonde paure di abbandono che, a loro volta, possono spingervi a cercare di controllare l’altra persona per tenervela stretta e sentirvi più sereni. Una condizione a dir poco disastrosa per una relazione perché a nessuno piace sentirsi imprigionato o manipolato.

Paura che non si preoccupi per voi

Altro segnale di questa dipendenza è non avere fiducia nel fatto che l’altra persona tiene a voi e si preoccupi davvero per voi. Nonostante le mille dimostrazioni di affetto, le mille premure e le continue attenzioni, la paura di non essere poi così importante non riesce proprio ad andare via. E questo è un altro campanello d’allarme a cui prestare orecchio. 

Gelosia e possessività

La gelosia e la possessività sono altri segnali della dipendenza emotiva dal proprio partner.  Sono sentimenti che possono scatenare una grande quantità di ansia e stress: potreste preoccuparvi di ciò che fa l’altra persona quando non ci siete o fissarvi sul fatto che i suoi sentimenti per voi non siano stabili o che stiano cambiando nel tempo. Questo spesso provoca sbalzi d’umore, scatti d’ira, depressione e persino una somatizzazione dello stress cronico, che porta a malesseri come mal di stomaco, mal di testa e una compromissione del sistema immunitario.

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Delegare la propria felicità

Questa relazione malsana con sé stessi porta a delegare la propria felicità, a riporla nelle mani di altre persone. Così, anche quando tutto va per il meglio e succedono cose belle, se manca l’approvazione o il supporto di chi vorremmo vicino o è difficile credere che quel supporto esista davvero, non si è in grado di essere davvero felici. E ci si sente vuoti e agitati nonostante tutto. 

Quando nasce

La dipendenza emotiva è di solito uno schema che si ripete più volte nel corso della vita. Ma perché alcune persone sono emotivamente dipendenti e altre no? Sebbene non esista una risposta univoca e definitiva a questa domanda, ci sono cose che spesso accomunano chi è emotivamente dipendente e, di solito, vanno cercate nel passato. È possibile che la bassa autostima, che è alla base della dipendenza, derivi da dinamiche familiari complesse, da sfide lavorative o accademiche troppo impegnative, dai giudizi negativi da parte dei coetanei, da episodi di bullismo o da comportamenti violenti a cui si è stati esposti fin da piccoli. Negligenze o traumi nell’infanzia, abusi verbali o fisici, che hanno turbato e interrotto il naturale sviluppo dell’interdipendenza sociale.

Come venirne a capo

Chiudersi a riccio ed evitare il confronto e lo scambio con gli altri non è di certo la soluzione. Come per ogni cosa, la virtù sta nel mezzo: l’obiettivo è trovare un equilibrio. Bisogna imparare a soddisfare da soli alcuni bisogni emotivi e affidarsi al partner e alle relazioni più strette per soddisfarne altri. È importante conoscere i propri bisogni e imparare a soddisfarli, rafforzare il legame interiore che avete con voi stessi per dare spazio ai vostri sentimenti e dare loro valore. Qualsiasi sia il sentimento che provate. Un esempio fra tutti? Se il vostro migliore amico sta ottenendo una promozione dopo l’altra e la cosa vi rende verdi d’invidia, invece di respingere questo sentimento per vergogna, riconoscetelo e lasciatelo emergere. Condividetelo. Sentite la sensazione di benessere che pervade il vostro corpo? Funziona così per ogni cosa.

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